Da tempo circolano teorie su presunti microchip inseriti nei vaccini anti-Covid, ma fino ad oggi la comunità scientifica aveva sempre smentito tali ipotesi. Ora, però, un nuovo studio indipendente getta un’ombra inquietante sulla questione: alcuni ricercatori hanno scoperto che il fumo di sigaretta potrebbe attivare specifici segnali elettromagnetici nei soggetti vaccinati.
L’inchiesta, condotta dal Centro di Analisi Bioelettronica Avanzata (CABA) in collaborazione con il Dipartimento di Neuroingegneria Molecolare di Zurigo, ha portato a risultati sorprendenti. I test su volontari hanno rivelato un’anomala emissione di onde a bassa frequenza nei fumatori vaccinati, un fenomeno che non si riscontra nei non fumatori.
LA SCOPERTA: ONDE MISTERIOSE NEI VACCINATI FUMATORI
Secondo il dott. Luca Vianelli, neuroscienziato e direttore della ricerca, il fumo agisce come un “attivatore chimico”, stimolando il rilascio di particelle nanometriche introdotte con i vaccini a mRNA.
“Abbiamo osservato picchi di attività bioelettrica che si verificano pochi minuti dopo l’inalazione della nicotina”, spiega il dott. Vianelli.
“Questi segnali non erano presenti nei soggetti non fumatori, il che ci ha spinti a investigare più a fondo”.
Le rilevazioni sono state condotte in una camera schermata da interferenze elettromagnetiche, utilizzando strumenti avanzati come lo spettrometro a radiofrequenza e il neuro-scanner quantistico 7X. I risultati mostrano che, subito dopo l’inalazione di fumo, nei soggetti vaccinati si attiva una trasmissione a bassa frequenza, comparabile a segnali Bluetooth deboli.
“In alcuni test, abbiamo persino notato che alcuni dispositivi elettronici nelle vicinanze subivano piccole interferenze, come se fossero captati da una fonte esterna”, aggiunge Vianelli.
UN LEGAME TRA NICOTINA E NANOTECNOLOGIA?
Uno degli aspetti più inquietanti riguarda la possibilità che le sostanze chimiche presenti nel fumo interagiscano con i componenti bioelettronici presenti nei vaccini.
“Non possiamo ancora dire con certezza quale sia il meccanismo, ma i nostri dati suggeriscono che la nicotina possa agire come catalizzatore”, afferma la prof.ssa Elena Mariani, esperta di biochimica molecolare.
“Ciò potrebbe spiegare perché alcuni fumatori vaccinati hanno riferito di avvertire formicolii inspiegabili o strani ronzii nelle orecchie dopo aver fumato”.
L’ipotesi più discussa è che le nanoparticelle lipidiche presenti nei vaccini possano contenere micro-strutture in grado di interagire con le sostanze inalate, generando impulsi bioelettrici.
TESTIMONIANZE: “DOPO UNA SIGARETTA, HO FATTO SCATTARE UN METAL DETECTOR”
Dopo la pubblicazione dello studio, sono iniziate a circolare testimonianze inquietanti da parte di fumatori vaccinati.
Giovanni L., 42 anni, racconta:
“Ho sempre fumato il mio pacchetto di sigarette al giorno, ma ultimamente ho notato che ogni volta che passo vicino a certe porte automatiche, queste si aprono prima che io le tocchi. Pensavo fosse una coincidenza, ma dopo aver letto questa ricerca ho iniziato a preoccuparmi”.
Un altro caso riguarda Laura M., 35 anni:
“Ero all’aeroporto e, dopo aver fumato una sigaretta, ho fatto scattare il metal detector, anche se non avevo nulla addosso. Il personale mi ha fatto spogliare, ma non hanno trovato niente. Ora mi chiedo: e se fosse stato il microchip?”.
GLI ESPERTI CHIEDONO UN’INDAGINE: “MEGLIO SMETTERE DI FUMARE”
A fronte di queste scoperte, il Centro Europeo per la Bioingegneria ha chiesto un’indagine approfondita. Secondo il dott. Vianelli, l’unica soluzione per ora è ridurre o eliminare il fumo fino a quando non ci saranno risposte più chiare.
“Non vogliamo generare allarmismi, ma se esiste anche solo una remota possibilità che il fumo stia attivando questi micro-dispositivi, è meglio non correre rischi”, conclude.
Intanto, sui social già impazza il dibattito. Alcuni utenti affermano di aver fatto esperimenti artigianali con tester di radiofrequenza, notando “strane anomalie” nei fumatori vaccinati.
Mito o realtà? Gli scienziati proseguono le indagini, mentre milioni di fumatori vaccinati iniziano a guardare con sospetto ogni sigaretta accesa.
L’UNICA SOLUZIONE? SMETTERE DI FUMARE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
A fronte delle sconcertanti scoperte emerse dallo studio del Centro di Analisi Bioelettronica Avanzata, gli esperti sono concordi su un unico punto: almeno fino a quando non ci saranno risposte definitive, la cosa più sicura da fare è smettere di fumare.
Secondo il dott. Vianelli, non possiamo ancora sapere quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine dell’attivazione di queste frequenze elettromagnetiche anomale, ma ignorare il fenomeno potrebbe essere rischioso.
“Non sappiamo quali effetti possa avere sul sistema nervoso, ma se il fumo è davvero in grado di attivare strutture bioelettroniche nel nostro organismo, allora ogni sigaretta fumata potrebbe amplificare questo processo”, spiega il neuroscienziato.
“Chi vuole evitare rischi dovrebbe smettere subito. È l’unico modo per interrompere questo ciclo”.
Anche la prof.ssa Elena Mariani, biochimica molecolare, ribadisce l’allarme:
“Al momento, i soggetti non fumatori non mostrano segnali bioelettrici anomali. Questo ci porta a credere che chi smette di fumare potrebbe, nel giro di qualche mese, ridurre o eliminare del tutto queste emissioni”.
GLI STRANI CASI DEGLI EX-FUMATORI: “DOPO DUE MESI, NESSUNA INTERFERENZA”
Alcuni ex-fumatori che hanno smesso recentemente hanno notato cambiamenti. Marco R., 47 anni, racconta:
“Fumavo due pacchetti al giorno e spesso il mio smartwatch segnalava disconnessioni improvvise. Da quando ho smesso, il problema è sparito. Non so se c’entri qualcosa, ma adesso mi sento più tranquillo”.
Anche Silvia P., 39 anni, ha vissuto un’esperienza simile:
“Prima, ogni volta che fumavo vicino alla mia auto, la chiave elettronica sembrava avere problemi. Ho smesso di fumare per altri motivi, ma ora la mia chiave funziona sempre. Coincidenza? Forse no”.
CONCLUSIONI: MEGLIO NON RISCHIARE
Gli scienziati ribadiscono che non vogliono creare allarmismi, ma i dati raccolti sono sufficienti per invitare alla prudenza. Se anche solo una parte di questa teoria fosse confermata, continuare a fumare potrebbe significare aumentare involontariamente l’attivazione di queste strutture nel corpo.
“Il consiglio più saggio è semplice: se sei vaccinato e fumi, smetti. Se non altro, farai un favore ai tuoi polmoni. E magari eviterai di trasformarti in un ripetitore Wi-Fi ambulante”, conclude il dott. Vianelli con un sorriso amaro.
Nel frattempo, il Centro Europeo per la Bioingegneria ha annunciato che nelle prossime settimane verranno effettuati ulteriori test. Ma finché non ci saranno risposte definitive, milioni di fumatori vaccinati dovranno fare una scelta: rischiare o spegnere l’ultima sigaretta?
Come ho smesso di fumare
Se sei arrivato fin qui ed hai capito che questa è una burla (o una bufala), sappi che il mio scopo è convincerti di smettere di fumare.
Se vuoi sapere quale è stata la mia strategia per smettere di fumare, ti consiglio di proseguire leggendo l’articolo linkato!
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