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Che dilemma! Dopo quasi un mese di pioggia ininterrotta, un dilemma ha sconvolto la mia giornata: si dice “ha piovuto” o si dice “è piovuto”?
Se devo dire che stanotte c’è stata molta pioggia, che dico? Stanotte ha piovuto molto? Stanotte è piovuto molto?
Il dilemma, in realtà, è stato indotto da una mia carissima “amica”, ma questo non significa che mi debba esimere dal cercare di darmi (e darle e darvi) una risposta.
Vediamo un po’…
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In un articolo sul Corriere della Sera online, Giorgio De Rienzo, docente universitario ed esperto linguista del Corr-Sera, tenta di dare una risposta:
Per i verbi intransitivi manca una regola precisa, alcuni hanno l’ausiliare “essere” (“sono venuto”) altri “avere” (“ho corso”). Molta incertezza danno proprio questi verbi intransitivi e impersonali meteorologici. In realtà sono corrette entrambe le forme, sia quella con il verbo “avere”, sia quella con il verbo “essere”. Ad essere pedanti si potrebbe fare una piccola distinzione: consiglierei di adottare “essere” per indicare un’azione momentanea o comunque breve o non specificata nella sua durata (“ieri finalmente è piovuto”), e invece di usare “avere” quando si indica un’azione prolungata: “ieri ha piovuto per quattro ore”.
Interessante punto di vista: vanno bene entrambi, ma una non scritta regola di stile ci dice che sarebbe meglio usare è per indicare una azione momentanea (“ieri finalmente è piovuto” o, aggiungo io, “stanotte è piovuto”), mentre si dovrebbe usare il verbo avere per indicare una azione prolungata nel tempo (“ieri ha piovuto per quattro ore”).
In pratica, dopo un mese di pioggia, direi “ha piovuto per un mese intero” e “anche stanotte è piovuto molto”. Io, forse, userei una forma del tipo “è da un mese che sta piovendo” e così taglierei la testa al toro. Usavo spesso questi escamotage quando ero a scuola: evitare di infilarsi in falsi problemi ed aggirare l’ostacolo usando un po’ di fantasia. E per indicare che la nottata è stata piovosa? … Appunto… “la nottata è stata piovosa”, oppure “Stanotte non ha fatto altro che piovere”.
Esercizi di stile. 😉
Ma, chi meglio della Accademia della Crusca può rispondere a questa domanda?
Ed ecco qui la risposta, forse un pochino troppo aulica, ma di grande effetto e chiarezza.
Il verbo piovere è indicato nella maggior parte dei dizionari come difettivo e, nell’uso intransitivo impersonale, cioè quando ha il significato di ‘cadere della pioggia dal cielo’, può formare i tempi composti sia con l’ausiliare essere che con avere (es. “ieri è piovuto tutto il giorno” o “ieri ha piovuto tutto il giorno). In tutti gli altri casi, quando cioè il verbo non abbia valore impersonale e quando venga usato nei suoi significati figurati e traslati, forma i tempi composti soltanto con l’ausiliare essere (es. “sono piovuti auguri, critiche…”, “mi sono piovute addosso un sacco di noie”, “Mario è piovuto a casa mia alle tre di notte”). Sono documentati in alcuni scrittori anche rari casi di uso transitivo, quindi con ausiliare avere, del verbo piovere nel significato di ‘far cadere dal cielo pioggia e sim.’: “Padre e Signor, s’al popol tuo piovesti / già le dolci rugiade entro al deserto” (Tasso).
Solo il Tasso ha usato il verbo piovere come verbo transitivo (ovvero, che regge il complemento oggetto). Licenza poetica.
Riassumendo: se parliamo della pioggia e delle condizioni meteo, possiamo dire tranquillamente che “è piovuto tutta notte” oppure “ha piovuto tutta notte”. Va benissimo.
Se vogliamo parlare con significati figurati, per esempio usando delle metafore (“mi sono piovute addosso un sacco di critiche”), dobbiamo usare l’ausiliare essere.
Sicuro che solo in pochi arriveranno a leggere sino a qui… :D… beh! Speriamo che smetta di piovere al più presto! 🙂
Origine immagine: sconosciuta
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